domenica 11 novembre 2007

Codice M. 17

Cod. M. 17
Concordantie Biblie.

Membr.,sec. XV, mm. 220x140, cc.[2]120[1], scritte numerate a matita, scritte a tre colonne (cc. 1e-8v), il resto a sei colonne, linee 74 per colonna, scrittura gotica corsiva di mani diverse, legatura in legno, dorso in pelle impressa, numerose annotazioni interlineari, rilegato a Firenze nel 1928. Sul piatto anteriore una targhetta con cornicetta in metallo contine il titolo Concortantie Biblie. Il codice contiene un repertorio in ordine alfabetico della Bibbia, all'inizio di trovano due carte di riguardo recenti, seguono due carte di rispetto scritte con iniziali in rosso ed azzurro provenienti da uno stesso codice scompaginato. Nel verso della prima di queste carte l'annotazione:" Loci Sancte Marie Gratiarum Montis Prandoni ordinis minorum". Le note marginali non ci sembrano di San Giacomo. Il Caselli identifica il codice con il n. 15 della Tab. II, it. Tabula super bibliam per alfabetum in carta perg.,e al n. 172 della Tab. III: Tabula super bibliam per alfabetum, che corrispondono al n. 14 della Tab. A I e al n. 168 della Tab., B II del Lasic.
immagine Cod. M. 17, cc. 44v: 45r.

Codice M. 16

Cod. M. 16
Breviloquium D. Bonaventure

Membr. sec. XV, mm. 190x140, cc. [2]52[2], numerate a matita, scritte a due colonne, linee 38 per colonna, scrittura gotica, iniziali decorate in inchiostro rosso ed azzurro, rubriche in rosso, numerose note del Santo, legatura in legno, dorso in pelle impressa, rilegato a Firenze nel 1928. Sulla legatura si trova una piccola targa con cornicetta metallica che riporta il titolo: De Bonaventurae Breviloquium. Nella parte interna della copertina sono incollati alcuni frammenti scritti: Breviloquium Bonaventure c. 52 e Breviloquium D. Bonaventure, quel che resta sicuramente delle antiche copertine. Seguono due carte di riguardo recenti e due carte di rispetto poste di traverso, segnate I e II, con iniziali in rosso ed azzurro, stessa scrittura, provenienti da uno stesso codice scompaginato. Nel verso della seconda in alto si legge la consueta annotazione "Loci Sancte Marie Gratiarum Montis Prandoni ordinis Minorum". Il Caselli identifica il codice con il n. 21 della Tab. III, Breviloquium Bonaventure, che corrisponde al n. 21 della Tab. B II del Lasic.
immagine: Cod. M 16, c. 1r.

Codice M.15

Cod. M. 15

Eustacii metropolitani...in primum Aristotelis moralium ad Nichomacum.

Membr., sec. XIV; mm 330x240, cc. [2] 165, numerate a matita, scritte a due colonne, linee 52 per colonna, scrittura gotica libraria, iniziali in inchiostro rosso e azzurro con decorazioni lungo il margine sinistro, legatura in legno e pelle impressa. Sulla legatura è scritto in oro: Eustachius in primum Aristotelis ad Nichomacum. Il codice, diviso in dieci capitoli, contiene l'etica a Nicomaco nella traduzione latina di Roberto di Grossatesta vescovo di Lincoln (+ 1253), che ha tradotto anche i commenti di Eustosio, Michele d'Efeso, Aspasio e l'Anonimo. il testo incomincia alla c. 1r., che segue le carte di riguardo: " Philosophia in duas partes divisa autem in theoricam et praticam". In fondo alla stessa pagina sul margine inferiore la solita annotazione: "Loca Sanctae Marie Gratiarum Montis Prandoni ordinis Minorum". Il codice non compare nelle Tabulae di S. Giacomo, probabilmente perchè è stato aggiunbto nella libreria in seguito o dopo la sua morte.
immagine: Cod. M. 15., c. 112v.

Codice M. 14

Cod. M. 14
Officium Ciceronis: De officis e Paradoxa

Cart; sec. XV, mm. 300x200, cc. 67 numerate matita, linee 26 a 28, scrittura tardo gotica, legatura in legno e cartapecora, sul dorso il titolo: Cicero, De Officiis.

All'inizio abbiamo due carte di riguardo recenti, di cui la prima attaccata all'interno della copertina. Le cc. 1r.-58v. contengono i tre libri completi di Cicerone De Officiis o Officiorum Ciceronis, come ci avverte un titolo più recente in testa alla c. 1r, sul cui margine inferiore troviamo la solita annotazione "Loci Sanctae Marie Gratiarum Montis Prandoni ordinis Minorum". Il Caselli identifica il codice con il n. 9 della Tab. I: Tullius de Officiis, con il n. 115 della Tab. II; Tullius de Officiis e il n. 170 della Tab. III. Tullius de Officiis, che corrisppndono al n. 92 (cancellatus) e al n. 99 della Tab. A I, al n. 168 della Tab. B II del Lasic

immagine: cod. M. 14, c. 1r.

sabato 10 novembre 2007

Codice M. 13

Cod. M. 13
Lectura Varonis magistri Scoti de Anglia super toto libro sententiarum


Membr. sec. XIV; mm 340x240, cc 174, numerate a matita, scritte su due colonne, linee 55 a 64 per colonna, scrittura gotica corsiva, iniziali in inchiostro rosso, legatura in legno e cartapecora.

Sul dorso è impresso il titolo dell'Opera. L'antica numerazione ad inchiostro che cnta 213 carte è imprecisa e inaffidaile: ripete due volte la c. 10, salta dalla c. 129(1029) all c. 160 (1060) e dalla c. 169 (1069) alla c. 180 (1080). Lungo i margini si incontrano annotazioni di mano del Santo e di altri. C'è da osservare che la scrittura (carolina) della carte attaccate sul verso dei piatti anteriore e posteriore, di contenuto religioso, è si altra mano e più antica rispetto a quelle del testo, così la marginatura, per cui è da pensare che le suddette carte provengano da un codice estraneo scompaginato, introdotto all'atto della rilegatura come carte di rinforzo. Alla c. 1 inizia " Quoniam testante beato Augustini...". In fondo alla pagina l'annotazione "Loci Sanctae Marie Gratiarum Montis Prandonis ordinis Minorum". Il Caselli identifica il codice con il n. 26 della Tab. I: Lectura Varonis; con il n.- 124 della Tab. II: Lectura Varonis magistri Scoti super quatuor libros sentenciarum, con il n. 104 della Tab. III, Lectura Varonis, che corrispondono ai nn. 99 (cancellatus), 116 della Tab A.I e al n. 102 della Tab. B II del Lasic.

Immagine: Cod. M.13, c. 1e

Codice M. 12

Cod. M. 12
Formularium rituale Beneditionum et Coniurationem ad usum D. Iacobi

Cart., sec. XV; mm 220x 150, cc. 39, numerate ad inchiostro, linee 30, scrittura carolina, iniziali in rosso, legatura in legno e cartapecora, rilgato a Firenze nel 1928. il Crivellucci, che consulta il codice prima della sistemazione, lo trova privo di rilegatura e consunte in parte e lacere le rpime e le ultime carte. Attualmente il codice è in buone condizioni e le carte all'inizio e alla fine sono state restaurate. Manca solo la c. 34. Il codice contiene preghiere ad suo del Santo, come è annunziato nel titolo con il quale è stato registrato nei cataloghi del De Paolis e del Raffaelli, che ritengono il codice in parte di mano di San Giacomo, cosa che al Crivellucci e anche a noi non sembra. All'inizio, dopo due carte di riguardo recenti, di cui la prima attaccata all'interno della copertina, ala c. 1r inizia una litania che continua fino a c. 2v. Seguono poi orazioni, brani del Vangelo, invocazioni alla Madonna: c. 3v, Secundum Matheum; c. 4r, Secundum Lucam; c. 5r Sancta Maria Virgo perpetua; c. 6r, Oratio. Termina alla c. 39v. Anche alla fine troviamo due carte di riguardo recenti, di cui l'ultima attaccata all'interno della copertina. Il Caselli identifica il codice con riserva con il n.36 della Tab. I, It. Rationale, con il n. 135 della Tab. II, It Rationale e con il n. 139 della Tab. III, Rationale, che corrispondono al n. 119 (cancellatus), al n. 126 della Tab. A I e al n. 37 della Tab. B II.

Immagine: Cod. M. 12, cc.15v; 16r.

Codice M. 11

Cod. M. 11
De Christiana religione per totam quadrigesima Fratris Bernardini de Senis

Membre. sec. XIV; mm 180x130, cc[1] 308 numerate a inchiostro e matita scritte su due colonne, riche 43 per colonna, scrittura gotica, iniziali e rubriche in rosso, legatura in legno e pelle scamosciata, qualche rara nota di mano di San Giacomo.

In alto è riportata la numerazione antica ad inchistro, incompleta e irregolare a causa anche della mancanza di numerose carte. Quando è necessario, compare in basso e a volte anche in alto, una numerazione più recente a matita, che corregge gli errori e colma le lacunedi quella ad inchiostro. La numerazione recente, che registra la reale ed situazione conta 279 carte, inceve quella ad inchistro contava 308 carte. La c. 1 inizia:" Incipit tractatus de christiana religione per tota quadrigesimam editus per fratrem Bernardinum de senisi ordinis Minorum...". Poi " Nunc manent fides spes charitas...." Una nota recente scritta a matita sul margine inferiore della c. 255v ci avverte che la stessa carta "continua e termina alla c. 1r del codice M.41" che contiene l'explicit del quaresimale De Christiana Religione di S. Bernardino da Siena". Rileviamo inoltre che l'antica numerazione salta dalla c. 255 alla c. 286 ma la c. 285 non manca, si trova, come informa un'altra annotazione a matita di stessa mano della precedente, scritta sul margine inferiore della c. 286 (256) che dice "Vedi l'incipit del sermone del trattato De Passione Domini due carte più sotto", dove infatti troviamo la c. 285 (259) sul recto della quale si legge il titolo De Passione Christi, però di diversa mano da quello del testo.
immagine: cod. M. 11, c.1r

codice M. 10


Cod. M. 10

De consolatione, de fortuna, de summo bono, de providentia, de libertate arbitrii

Membr. e cart; sec. XV, mm 210x150, cc. [3]89[4], di cui 92 numerate a matita, scrittura gotica libraria di mani diverse, iniziali in rosso, legatura in legno e pelle borchiata, numerose note marginali di San Giacomo, rilegato a Firenze nel 1928. All'inizio del volume abbiamo due carte di riguardo recenti, di cui la prima attaccata all'interno della copertina. Seguono tre carte, contrassegnate da una numerazione romana a matita. Il verso della prima contiene la minuta di una lettera volgare scritta in corsivo personale, senza destinatario e mittente dal contenuto poco chiaro. La seconda e la terza carta rv contengono tre note di spese di un messo comunale, come si desume anche dalla scrittura cancelleresca.


immagine : cod. M. 10, c. 12v

Codice M. 9

Cod. M.9
Transitus Ieronimi et dialogus Gregorii

Il volume contiene due codici membranacei, mm. 400x100, carte complessive 196, numerate a matita, legatura in legno lucido recante sul piatto anteriore ed incastonato in un riquadro di ottone il titolo Eusebii epistola ad damasum, dorso in pelle, rilegato a Firenze nel 1928. Il primo codice più grande è stato raffilato sul secondo più piccolo, per cui le rubriche si presentano tronche ai margini e l'antica numerazione ad inchiostro è quasi del tutto scomparsa.

primo codice: membr. sec. XV; cc. 96, riche 26, scrittura semogotica corsiva, lettere iniziali e capitolazioni in rosso; contiente tre epistole apocrife di S. Girolamo.

secondo codice: membr. sec. XIV; cc. 97 numerate a matita in progressione numerica rispetto al codice precedente, iniziali decorate in rosso, azzurro e violetto, lettere miniate con figure di vescovi, fregi e postille ai margini dell apagine (vedi cc. 97r-116v-136r-165v), scrittura gotica libraria. Contiene i dialoghi di S. Gregorio dividi in 4 libri, preceduti ognuno dalle rispettive ribruche e registri.
immagine: cod. M. 9, cc. 116v, 117r.